Paolo Stella

Paolo Stella architetto

Nel suo sito si legge “Progetti di Architettura sviluppati con approccio giocoso”. Parliamo del vicentino Paolo Stella, architetto sognatore che oggi, 10 febbraio, soffia su 64 candeline.
Non è un architetto per bambini, come potrebbe indurre a pensare la definizione, ma per chi vuole uscire dallo standard, per chi non vuole una vita grigia, per chi vuole sorridere.

Da cosa nasce la volontà di seguire questo approccio giocoso nei progetti di architettura?
Dal mio temperamento. Quest’anno la mia professione compie 40 anni, ma se ci penso bene, questa predisposizione giocosa l’ho sempre avuta. Quando mi sono laureato allo IUAV di Venezia, mi ricordo che dicevo “Voglio fare un lavoro che mi diverta. Cercherò in tutti i modi di far sì che sia così”. Per più di vent’anni ho lavorato in associazione con altri architetti in maniera tradizionale, poi ho dato più spazio alla mia natura giocosa e scatenato la mia piccola pazzia. Il famoso bambino che c’è in ognuno di noi da me si è proprio impossessato dell’adulto. 
Infine, ricordiamo che una decina di anni fa è scoppiata una crisi economica che ha toccato particolarmente il mio settore, quello edilizio. Sono questi momenti di crisi che ti spronano a tirare fuori qualcosa di originale, di nuovo e così, seguendo il mio istinto, ho dato sfogo alla giocosità, ed effettivamente, per come faccio le cose io, ho eliminato molta concorrenza.

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Ci sono, in giro per l’Italia o per il mondo, esperienze simili alla tua?
Direi di sì, soprattutto nel Nord Europa. Ogni tanto mi imbatto in qualche progetto in cui dico “Questo l’avrei potuto fare io”.

Perché un committente dovrebbe sceglierti?

Per uscire dalla norma. A me piacciono le persone che pensano, osano, sebbene questo modus operandi sia più rischioso. Io non ho mai ripetuto un mio progetto, il ché è bellissimo e terribile al contempo. Il terribile sta sul fronte economico, perché ogni volta che si fa qualcosa di mai fatto prima, si impiega molto tempo per ideare il progetto, per presentarlo, realizzarlo…

Parliamo di progetti. Quale ti ha dato più soddisfazione fino ad oggi?
Ce ne sarebbero più d’uno, per diversi motivi. Ti parlo di uno degli ultimi: Zix. Un’amministrazione comunale in provincia di Bergamo mi ha chiesto un progetto all’interno di un bosco con elementi per organizzare attività didattiche. Questa struttura doveva avere una tettoia di almeno 50 mq per proteggere dalla pioggia una scolaresca, un servizio igienico, un magazzino per le attrezzature, delle sedute e una casa sull’albero. Così ho ideato Zix, un incrocio tra uno strano animale preistorico emerso dagli scavi effettuati nel bosco e un alieno atterrato dal cosmo. Zix è composto da un corpo sorretto da tante zampe, una coda e una testa. Sotto il corpo trovano posto il portico e la gradinata; sopra di esso, il terrazzo con ringhiera e copertura aiutano a dare forma al corpo; la scala di collegamento tra i due livelli costituisce la coda. Nei tre livelli sovrapposti che compongono collo e testa di Zix trovano posto (dal basso in alto): il bagno, il magazzino e la sala di osservazione, dove è situata una lampada con la quale comunicare, attraverso l’alfabeto Morse, con un’altra postazione sopraelevata all’interno di uno dei giochi del parco. Zix è pensato per diventare il nucleo embrionale di una struttura più ampia e articolata in un’ottica di futura evoluzione progettuale, soprattutto destinata agli adolescenti, quelle persone che non sono più bambini e che non sono ancora adulti, ma sono un sorprendente mix come Zix. Il progetto non è ancora stato realizzato, ma mi ha dato una grande soddisfazione nell’ideazione.

ZIX

Invece quale progetto realizzato ti è piaciuto particolarmente?
Ce n’è più di uno, ma mi piace ricordare il Sommergibile, realizzato nel 2007 nella Piscina Comunale di Thiene (VI), che accoglie gli spogliatoi. Le gradinate per il pubblico all’interno della grande sala delle piscine hanno fatto posto a un nuovo blocco di spogliatoi a contatto diretto delle vasche. La scelta progettuale è stata quella di dare una forte connotazione ludica all’intervento, caratterizzandone la forma come quella di un sommergibile. Gli spogliatoi sono affiancati da un blocco di servizi igienici e docce, un locale cambio-scarpe, un locale disbrigo, l’ingresso-uscita al piano vasca, tutti compresi nel volume del sommergibile.
 Progetti, poi, che hanno avuto molto successo sono le mie strisce pedonali, che altro non sono state che una sfida con me stesso: non c’è niente di più rigoroso delle strisce pedonali, ma di fronte parchi gioco, scuole… ho ben pensato di lavorare sui marciapiedi per fare asinelli, zebre, piedi del gigante, gatti…

sommergibile

GATTO

Ora che progetto stai seguendo?

Zix e una biblioteca all’aperto in provincia di Vicenza.

Che filosofia seguono i tuoi progetti?
Quella del gioco visto non solo come divertimento, ma anche come poesia. Gli aspetti didattico e sociale sono sempre presenti nei miei progetti. Un concetto che ben si esplica nel progetto del Parco dei 4 elementi, con soste rappresentanti il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra. La sosta fuoco è pensata come un’occasione per giocare: un cumulo di terra vuole ricordare un vulcano. A tale scopo, oltre alla forma tronco-conica, si installeranno sulla sommità della salita una scultura rossa che simboleggia il getto dei lapilli e uno scivolo rosso che simboleggia la discesa della lava. Sul vulcano ci si può arrampicare, rotolare, si può sostare sulla sommità, si può scivolare, ci si può stendere sulle pendici. La sosta acqua è costituita da una vasca d’acqua profonda solo pochi centimetri, alimentata da un muro-fontana inserito nel muro verde che delimita uno dei lati del parco. La vasca viene attraversata dalla pista ciclopedonale; dentro trovano posto una fontanella per bere e una panchina, che devono essere raggiunte “entrando” nella vasca stessa. La sosta aria prevede un “bosco” di bandiere bianche che sventolano ed enfatizzano la dinamicità dei movimenti dell’aria. Una sosta tra le bandiere, che procurano anche ombra, farà alzare gli occhi al cielo e goderne dei colori e della luce. Infine la sosta terra prevede “zolle” di terra circolari sollevate per una sessantina di centimetri dal piano campagna. La pista ciclopedonale si snoda nel mezzo, l’ombra è assicurata dagli alberi da frutto collocati nel mezzo di ciascuna zolla, la sosta si può godere sdraiati sull’erba della zolla stessa, seduti sul bordo naturale o sul bordo più comodo delle sedute ricavate scavando la massa.

4 elementi

Da chi o da cosa trai ispirazione?

Da quello che leggo, dalla musica, dalle persone che incontro.

Feedback ricevuti?

Mi viene elogiata la creatività.

Piccola curiosità: come è la tua casa?

Colorata.

Paolo Stella nei social:
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