Elisabetta Dal Lago

Elisabetta Dal Lago

Un’osservatrice. Adora stare in disparte e osservare le persone e gli eventi che le si dispiegano davanti.
Una caratteristica personale che l’aiuta a livello professionale sia come educatrice che come illustratrice.

Spesso si ferma a guardare un gesto, un dettaglio, un dialogo, e tutto ciò che vede e che la colpisce diventa un’immagine fantastica nei disegni che fa. Elisabetta Dal Lago, in arte bettablu, si presenta alle lettrici e ai lettori di Capolettera.

Educatrice e illustratrice. Yin e Yang? Bianco e nero? O due facce della stessa medaglia?

Le mie due grandi passioni, il lavoro da educatrice e quello come illustratrice, sono due facce di me: da un lato l’Elisabetta sociale e adulta, dall’altra l’Elisabetta intima e bambina.
Una e l’altra sono per me importantissime, anche se nel lavoro con i bambini sono loro i veri protagonisti, mentre quando disegno l’unica persona che faccio entrare sono io.

Educatrice, dicevi. Segui una scuola nel bosco. Quali sono le potenzialità di questo modello educativo?

Il bosco è uno spazio fisico e mentale che permette ai bambini di vivere giorno dopo giorno all’interno della natura, apprendendo dalle esperienze e dalle scoperte che la realtà quotidianamente mette loro a disposizione. I bambini si rendono autonomi molto in fretta sia nella gestione delle loro cose (zainetto, pranzo, vestiario), sia nella gestione delle relazioni con i pari, perché il ruolo dell’educatrice è fondamentalmente di accompagnamento.
La scuola nel bosco è anche un progetto ecologico in senso ampio: sia per l’assenza di strutture in mattoni o cemento, sia per l’educazione ambientale che viene proposta ogni giorno dalle educatrici.

Con quali “falsi miti” ti scontri?

Le paure più grandi degli adulti sono il futuro inserimento dei minori nella scuola primaria tradizionale e il clima rigido dell’inverno.
Rispetto al primo punto molti pensano che i bambini nella scuola del bosco siano dei “piccoli selvaggi” che faranno fatica poi ad inserirsi nelle regole e nelle routine della scuola primaria. Questa paura è naturale perché c’è un’idea arcaica delle attività in natura come delle attività libere esenti da regole e routine. Invece non è così. Per i bambini regole e routine sono fondamentali e, soprattutto, in un ambiente come il bosco è fondamentale conoscere e rispettare le regole che possono salvarti anche da situazioni rischiose, così come è fondamentale sentirsi accolti e protetti in un ambiente così grande e aperto attraverso routine riconosciute e praticate da tutti.

La paura del freddo è anch’essa molto sentita perché i bambini hanno solo un tepee (tenda conica, ndr) per ripararsi da pioggia o gelo, e quindi molti pensano che questo sia troppo duro per loro. In realtà i bambini sono sempre vestiti in modo adeguato e sempre in movimento: questi due fattori permettono a tutti di vivere anche i mesi più freddi con serenità.

Sui social sei conosciuta come Bettablu. Da dove arriva questo alter ego?

Ho scelto di utilizzare un alter ego proprio per distinguere la Betta educatrice dalla Betta illustratrice. Avevo inoltre bisogno di immaginarmi in modo nuovo, attingendo a qualcosa che mi rappresentasse e quindi ho scelto il BLU.

Il blu perchè è il colore del mare e del cielo profondo, due elementi che mi mettono molta pace.
Nel blu nuotano i miei ricordi, galleggiano le malinconie, si mescolano i pensieri, pulisco lo sguardo.

bettablu

Come sei approdata all’illustrazione?

Io ho sempre disegnato. Ho disegnato da bambina, tanto. Da adolescente, tantissimo. E poi ho disegnato da adulta. Ho sempre utilizzato il disegno per esprimermi, perché a voce sono un po’ una frana, soprattutto se devo parlare delle mie emozioni.
Ho frequentato il liceo artistico Boscardin di Vicenza, ma poi ho scelto di frequentare la facoltà di pedagogia, lanciandomi un po’ allo sbaraglio perché di pedagogia non sapevo nulla. Però sapevo che volevo fare l’educatrice.
L’illustrazione è arrivata recentemente, come una folgorazione. Dopo qualche anno di stallo artistico ho fatto per gioco una piccola illustrazione e, siccome mi sono divertita molto e mi ha dato soddisfazione, mi son detta: “sai che c’è?! io ora faccio illustrazioni!”.
Forse le illustrazioni mi permettono di raccontare quello che osservo e che mi colpisce durante il giorno, ricamandoci sopra con il filo della magia.

Completa:
– quali sono i soggetti che ami riprodurre?

Amo riprodurre bambini/e, ragazzini/e, coppie e qualche animale (adoro gli orsi e i gatti). Aggiungo, però, che è anche l’ambiente nel quale sono inseriti il protagonista. Amo il cielo e le nuvole, le stelle e la luna, le città e i boschi silenziosi. Il mare.

mare

– Qual è il tuo soggetto in assoluto preferito?

La poesia che le persone hanno dentro.

– C’è un tema che ancora non hai affrontato con carta e colori, ma che è lì ad attendere la giusta ispirazione?

Ci sono milioni di temi che mi attendono per fortuna!

– Quando, dove e come illustri?

L’illustrazione prende vita nella mia testa, da una canzone che ascolto, da un gesto che osservo, da un dettaglio che mi sconvolge. Rimane sempre lì perchè deve maturare, modificarsi, e crescere. Poi faccio un bozzetto a matita, che ho sempre aperto nel mio studio a casa. E, quando ho un pomeriggio libero, inizio a dare vita all’illustrazione vera e propria: prendo un cartoncino e i colori acrilici, e parto.
A volte l’illustrazione mi richiede un solo pomeriggio. A volte qualche settimana.

Non amo le etichette, ma come descriveresti il tuo stile?

Sono illustrazioni, non credo ci sia un altro modo più corretto o personale per descrivere il mio stile.

illustrazioni

Dove “finiscono” le tue illustrazioni?

Le mie illustrazioni, per ora, sono fatte per essere appese e tenere compagnia i sognatori come me.
Una volta all’anno cerco di fare un’esposizione, perché vedere dal vivo un’opera permette a chi le ama di apprezzarla di più. Di tutte le illustrazioni faccio anche le stampe in numero limitato.

Quanto la fantasia è tua compagna di vita?

La fantasia è la parte magica che mi legittimo di aggiungere nelle cose di tutti i giorni.
Ad esempio, qualche giorno fa ho visto dei cigni volare a pelo d’acqua e mi sono immaginata di salire sopra uno di loro e immergere le punte delle dita sulla superficie dell’acqua per alzare un’onda dietro di me. Poi ho pensato che quella immagine potevo realizzarla, per permettere a qualcun altro di vivere il mio stesso sogno. Ogni illustrazione è per qualcuno il ricordo di un pensiero fantastico avuto in passato, ed è bellissimo incontrare questa evocazione negli sguardi di chi osserva i miei disegni.

che luce fa l'amore

Quanta “illustrazione” c’è nel tuo essere educatrice e quanta “educazione” c’è nel tuo essere illustratrice?

Credo ci sia più illustrazione nel mio lavoro da educatrice che non il contrario. I bambini con cui lavoro mi permettono di rimanere in contatto con una visione magica della realtà che il mondo adulto a volte non allena abbastanza, e grazie a questo contatto quotidiano mi risulta più facile immaginare e fantasticare nelle mie illustrazioni.
Quando disegno attingo invece alle mie emozioni e alle mie visioni, cercando di arginare le interferenze del mondo esterno.

Bettablu nei social:
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6 thoughts on “Elisabetta Dal Lago

  1. Una persona davvero sopra le righe, un miscuglio di simpatia, sarcasmo, vita nella natura, legami affettivi e tanta arte. Un esempio da seguire. Brava Elisabetta

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