Paola De Rosso

Paola De Rosso

Una donna che ama immaginare. Una mente curiosa che ama farsi domande. Una curiosità motore di quella creatività che trasferisce ogni giorno anche nella sua vita professionale. È questa Paola De Rosso, vicentina, classe ’65.

Ho scelto di intraprendere anni fa la professione di allestitrice, formatrice e organizzatrice di eventi, perché l’ho vista come il naturale sviluppo della maturazione avuta dalle mie esperienze professionali a stretto contatto con il mondo dell’imprenditoria e il mio quasi trentennale impegno nel mondo del teatro, in particolare per la parte scenica e registica.

Una strada alimentata anche dai corsi e delle esperienze vissute a Roma, che le hanno permesso di sviluppare una corretta sinergia tra razionalità/praticità e fantasia/creatività, incrementando le conoscenze degli strumenti tecnici necessari e accrescendo una innata capacità comunicativa/relazionale e di gestione del lavoro in team.

Mentre lavoro con mio allestimento

Il nome della sua impresa fa riferimento al termine Alchimia, alludendo alla mistura di tutti questi elementi.

Paola, possiamo dire che sei un’esteta. Quanto conta oggi l’immagine?

Diciamo che sono una appassionata dell’armonia estetica abbinata alla praticità e funzionalità. Amo trasformare, soprattutto nei miei allestimenti, gli ambienti. È sempre una sfida per me riuscire a trasferire le idee in realtà, soprattutto trovare un giusto equilibrio armonico tra il rinnovamento dell’immagine di un’azienda e la sua più intima identità. L’immagine aziendale è l’identità di un’azienda che si trasmette anche attraverso una buona comunicazione visiva, a partire dal biglietto da visita, dal sito internet, dai social e dai dettagli della cura dell’ambiente di lavoro, perché il luogo in cui lavoriamo determina ciò che siamo in grado di fare.

Hai un caso studio particolarmente curioso e interessante da raccontarci?

Ho accompagnato per lungo tempo una impresa di panificazione (con numerosi punti vendita) a guardare con occhi diversi i loro negozi. Un viaggio itinerante con i titolari e i dipendenti per valutare insieme i punti di forza e di debolezza e gli interventi di miglioramento possibili da realizzare. È stata una grande opportunità di confronto per l’intera azienda, sotto molti punti di vista: non solo estetici dei negozi, ma anche di condivisione in momenti ludici per stare tutti insieme (cosa che non avveniva praticamente mai), visto che – a seconda dell’orario – nei vari punti vendita facevamo colazione o merenda tutti insieme. A termine del lavoro ci siamo ritrovati con negozi più belli e accoglienti, e con colleghi di lavoro che si conoscevano meglio.

Ci dai 3 piccoli consigli per iniziare a lavorare sull’immagine professionale? Da cosa è bene partire?

  1. La prima cosa da cui partire è guardare attentamente la propria azienda per capire se c’è coerenza nella comunicazione. Faccio un esempio: non serve rifare un super sito internet se poi non ho neanche i biglietti da visita o se manca addirittura la targa fuori dalla mia azienda.
  2. Iniziamo semplicemente col rimettere in ordine i luoghi dove lavoriamo, e questo vuol dire prendersi il tempo di controllare bene anche cosa serve veramente e cosa invece si può buttare.
  3. Scegliere con cura le informazioni necessarie da appendere, l’eccesso non informa, ma confonde.
Paola De Rosso

Faber imago, raccontaci:

Faber Imago è un progetto che ho da tempo nel cassetto, e che il lockdown mi ha dato l’occasione per rispolverarlo. Si tratta di una serie di elementi di arredo flessibili e commutabili alle varie esigenze, compresa quella di separare gli spazi arredando. È un progetto condiviso con Andrea Battivello di Tecnostruttura, con il quale mi accomuna un’affinità nelle scelte allestitive e una capacità nel dare anima alle idee. Amo molto disegnare e progettare, così ho pensato di sbizzarrimi un po’ anche nel creare elementi utili per i luoghi aziendali, specialmente in questo difficile momento storico.

Mentre lavoro

Spazi professionali, ma anche spazi domestici da ripensare in funzione di una diversa fruibilità (leggi smartworking).

Sicuramente in questo periodo è stato necessario ripensare gli spazi sia aziendali che domestici per adeguarli alle esigenze. È anche, se vogliamo guardare un lato positivo, una grande occasione per vestirli in un ottica più moderna, più flessibile e, perché no, più colorata e gradevole. Dobbiamo far diventare i luoghi di lavoro degli spazi dove sentirci sicuri ma anche più coccolati e accolti, per poterci prendere delle pause dalle tensioni che troviamo all’esterno. Per fare questo la cura dell’aspetto estetico della nostra azienda non può più essere un optional, ma diventa un elemento imprescindibile. Per molti ora il luogo di lavoro si trasferisce tra le mura domestiche, sarebbe opportuno a mio avviso, anche in questo caso, riuscire a creare un piccolo spazio appositamente dedicato per creare così una “zona franca” utile sia per chi deve lavorare che per le persone che vivono nella stessa abitazione.

Paola

Paola De Rosso nei social:
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