Annie Mazzola

“Non sono un’influencer, sono un’entertainer, una conduttrice, dillo come vuoi”.

A raccontarsi senza filtri, così, in un mix di genuinità, schiettezza e accento-lombardo-tendente-al-milanese, è Annamaria Mazzola, in arte Annie Mazzola, da Graffignana (con amore) alla moda e alle stories di Instagram dove quotidianamente ci mostra la vita a modo suo, regalandoci pillole di buon umore.
La raggiungo al telefono, in pausa pranzo, e la telefonata sembra una sua diretta Instagram, perché Annie è un vulcano di parole, simpatia e rossetto rosso dietro e davanti lo schermo.
(Mi mantengo fedele alle sue espressioni, per non far perdere il carattere all’intervista, ndr).

Annielicious

Annie Mazzola raccontata da Annie Mazzola:
Io sono quello che vedete. Né più né meno. Talvolta dico delle pirlate tanto grosse che evito di pubblicarle su Instagram per non fare brutte figure… fanno ridere, ma mi dico “sì, ok, però datti una calmata!”.

E ora Franca Tronconi (mamma di Annie) raccontata da Annie Mazzola:
Copio incollo quanto detto sopra. Iniziando a fare le stories su Instagram in maniera tranquilla, senza obiettivi di numeri e traguardi, è capitato mettessi in mezzo mia mamma quando ero con lei. E la cosa è venuta naturale. Mia mamma è una signora “presa bene”, ma estremamente severa. Io sono cresciuta facendo quello che volevo (ho voluto fare danza, e me l’hanno fatta fare, ho voluto fare nuoto, me l’hanno fatto fare e presto ho smesso perché non mi piaceva, ho voluto suonare il piano, me l’hanno fatto fare, ho voluto fare gli spettacoli, me li hanno fatti fare…), ma quando a 15 anni i miei amici sono andati al cinema a vedere Scary Movie da soli, mia mamma mi ha detto “te al cinema da sola, a 15 anni, non ci vai”. Lei è quella del “Devi tornare all’1.30 dalla festa in collina” – che è a pochi metri da casa nostra, per vostra informazione – e all’1.35, non vedendomi già a casa, è venuta a prendermi con la macchina e a tirarmi per le orecchie davanti tutti i miei amici.
 Io oggi sono così, perché mia mamma lo è stata prima di me: ha cantato, suonato nella banda, ha organizzato spettacoli. Tanti brand mi chiedono la sua presenza, perché è un personaggio che piace.

Franca Tronconi e Annie Mazzola

Infine Stefano Gabbana raccontato da Annie Mazzola:
Tante volte ci sono pregiudizi sulle persone che lavorano nella moda, perché molte di loro sembrano intoccabili e inarrivabili. Ma io, di Stefano, non ho mai avuto questa impressione. Quando l’ho conosciuto – contattata da lui – ero super emozionata. Abbiamo lavorato per un progetto di video del backstage di una sfilata e il meeting si è concluso con lui che mi ha detto “di te mi fido, fai quello che ti pare”.

Racconta, in sintesi, step intrapresi fino ad arrivare dove sei oggi.
In realtà ho solo un anno e mezzo da raccontare. Ho iniziato con i video su Snapchat, poi sono passata a Instagram. Ho condotto le dirette Facebook del Comedy Central Tour, mi ha contattata Freeda chiedendomi video di cui ero autrice, scenografa, coreografa… , è poi arrivato Stefano Gabbana, che a sua volta aveva visto le stories, e nel frattempo ho condotto due programmi per MTV. Ho lavorato al Milano Pride come social host di MTV e sfilato per Dolce & Gabbana. Mi viene sempre un po’ la lacrima a dirlo, perché è una cosa che mai avrei pensato di fare nella mia vita. E ora c’è Social Factor, per cui sono “padrona” di casa del loft.

sfilata Dolce & Gabbana

Ma torniamo alla moda. Chi o cosa ti ha avvicinata a questo mondo?
A 12 anni, alla domanda “Che lavoro vuoi fare?”, ho sempre risposto “L’amministratore delegato”. Non sapevo cosa volesse dire, ma mi piaceva come espressione. La moda mi ha sempre affascinato, ma venivo da Graffignana, e lì non c’erano grandi possibilità di lavorare i quest’ambito. Terminate le superiori, ho fatto due stagioni estive in un villaggio vacanze che mi hanno aiutata a “svegliarmi”, sia a livello personale che a livello professionale. Terminata questa esperienza, mi son detta “voglio trasferirmi a Milano, trovare un lavoro, mettermi a dieta e fidanzarmi”. Il fidanzato non l’ho trovato, ma chissene, ho trovato casa a Milano e ho lavorato in un negozio di abbigliamento fino a quando non sono stata presa in un’agenzia di model management come assistente al booking table e per il direttore della divisione uomo. Lì ho lavorato per 4 anni e mezzo, poi sono stata chiamata da d’management, l’agenzia dove lavoro adesso. Sono entrata come agente junior e ora sono agente capace di gestire a 360 gradi, con tutto lo staff, le modelle e i clienti.

Annie Mazzola

Quindi cosa ti piace del tuo lavoro? E, per par condicio, cosa faresti ben volentieri a meno nel tuo lavoro?

Nel mio lavoro farei a meno della gente che pensa che qualsiasi cosa sia urgente, dimenticando il fatto che ci sono i fusi orari e ci sono cose più urgenti davanti le mail. Tipo la domenica, quando torno dai miei e sto mangiando le lasagne… ecco, quello non è un buon momento per disturbare. Non stiamo salvando delle vite umane e se non rispondiamo alla mail il pianeta non esplode. Mi piacerebbe un po’ di serenità in più e meno urgenza. Quello che mi piace, invece, è che un lavoro sempre diverso. Sintetizzo il mio rapporto con la moda in questa frase: “Bella la moda, ma non ci vivrei”. Va bene lavorarci, ma… stiamo tutti molto calmi.

Prima mi hai detto cosa sognavi di fare da grande. Ok, ma adesso, da grande, cosa vuoi fare?
Voglio essere una persona che fa divertire gli altri, che con il suo lavoro riesce a trasmettere positività e contenuti interessanti. Mi sto impegnando tanto in questo secondo lavoro (quello di entertainer), è un sogno che avevo sin da piccola, ma che non ho mai coltivato in maniera seria anche perché credo che più ti sforzi che le cose accadano senza assecondare i tempi, più le cose non succedono. A me è capitato tutto non per caso, ma perché mi sono sempre data da fare senza la rincorsa al successo, che secondo me è una gran ca**ata. Non ho 350 mila followers, e non mi interessa averli. Preferisco avere i miei 39 mila che sanno chi sono, come lavoro e cosa faccio, piuttosto che i numeroni che creano solo confusione e portano la gente a chiedersi “ma questa cosa fa? L’influencer? La conduttrice?”. Non voglio snaturare quella che sono io, non ho fretta di arrivare da nessuna parte. La sto prendendo con serenità e fino ad ora sta andando tutto come ho voluto io.

Yellow Annie

L’ironia da chi l’hai presa?
Io sono sempre stata così, fin da piccola. Ho la fortuna di avere mia mamma… (fa una pausa, ndr) poi ho anche un papà, perché mia mamma ogni tanto mi dice “dillo che c’hai un papà”… dicevo, ho la fortuna di avere mia mamma che mi ha fatta crescere con Avanzi, Tunnel, L’Ottavo nano, La Gialappa’s: fin da piccola ho avuto delle references da adulta.
 E poi c’è mio papà, Piero, che è super ironico, ma molto serio. Se io parlo per un’ora con i miei, mia mamma mi interrompe 40 volte, mentre lui non dice niente e alla fine sentenzia la frase perfetta, quella detta nel momento giusto al posto giusto. Piero è super intelligente, serissimo, molto simpatico. Da lui ho preso la razionalità, dalla mamma il resto del “circo”.

Annie ananas

Seguitissima e lanciatissima nei social. Le tue stories su Instagram sono pillole di buonumore. La ricetta per emergere e farsi conoscere / riconoscere?
La cosa di cui sono più contenta di tutto questo ambaradan è che quando la gente mi vede in giro mi dice “che sono più magra” (ride, ndr), ma soprattutto “sei identica a come sei su Instagram”. Non mi sono mai impegnata a voler cercare di essere qualcun altro, anche perché poi, alla fine, Instagram è sì una vetrina e un mezzo per poter comunicare un sacco di cose, ma dietro allo schermo c’è pur sempre una persona vera. Perché dovrei inventarmi delle cose che poi quando la gente mi vede in giro non le riconosce più? Io non sono un brand, io voglio farmi conoscere per quello che sono. Faccio quello che voglio fare, e lo faccio come e quando voglio io.

Annie sofa

Frangetta is a state of mind?
Sì, assolutamente.

E… rossetto rosso is a state of mind?
Assolutamente. Rossetto rosso is a state of MY mind. Ogni tanto non lo metto, ma tendenzialmente lo metto sempre, non per nascondere qualcosa, ma perché mi piace.

red lips

Completa:

– moda: Mai più senza… trench di vinile, perché è figo e se piove non ti bagni.
– make up: Mai più senza… rossetto e mascara.
– cibo: Mai più senza… ragù.
– musica: Mai più senza… canzoni che si possono cantare. Io ho bisogno di cantare!

ragù

Un insuccesso del tuo look. Ossia dove – quando – come hai completamente sbagliato look?
Non mi è mai capitato, perché mi metto quello che voglio, quando voglio. Se per me è ok, è ok e basta. Sono stata a 4000 metri con l’abito lungo e, secondo me, ero pazzesca. Certo, dovrei guardare le previsioni del tempo prima di mettere i sandali, e ricordarmi di prendere l’ombrello, ma chiunque può vestirsi come preferisce se si sente bene con se stesso.

Annie in black

Sogni nel cassetto:

– con quale stilista ti piacerebbe collaborare? Oltre a Dolce&Gabbana? Fammici pensare..
.
– (in riferimento alle tue performance canore nelle stories) con chi ti piacerebbe duettare? Lady Gaga.

- (in riferimento alle tue performance di ballo nelle stories) con chi ti piacerebbe danzare? Elena D’Amario, è una mia amica e una grande professionista. Trasmette qualcosa di unico quando balla, è incredibile!
– (in riferimento ai tuoi allenamenti nelle stories) quale parte del corpo ti piacerebbe rassodare? Glutei e interno coscia COME UNA MATTA!

piano

Hai la possibilità di fare un cameo in una serie tv. Quale serie scegli e quale battuta dici?
American Horror Story. Annie Mazzola entra in scena, si mette il rossetto, una battuta corta e tagliente, ed esce.

Un saluto agli haters del web:
Io non ne ho, ma saluto quelli degli altri ricordando loro che sarebbe il caso di farsi una vita e che, se non piacciono i profili, storie e post delle persone che vanno a insultare, nella vita c’è una cosa pazzesca chiamata libertà, ed è la libertà di guardare altro. C’è gente che ogni tanto mi scrive “ah, ma ti vesti di merda”. Io visualizzo e penso “ok grazie”. La vivo super serenamente. Immagino tutti gli haters del mondo davanti un pc o uno smartphone che commentano in maniera negativa la vita di qualcun altro che, per qualche motivo, loro non stanno facendo. Alla base c’è invidia e una grande voglia di farsi notare. Tra l’altro gli haters dimenticano spesso che tutti i commenti sulle foto fanno crescere l’engagement dei profili, quindi danno una grande mano.

dream

Benissimo. Cosa impariamo da questa intervista?
Che bisogna sempre dire la verità, perché più bugie si dicono e più bisogna ricordarsele. Essere se stessi ripaga SEMPRE.

Annie Mazzola nei social

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