Stefano Cavada

Stefano Cavada

Preciso, goloso e a volte permaloso. Motivato, creativo, determinato. È così che si definisce a livello personale e professionale Stefano Cavada, classe 1991, alto atesino doc, come gli ingredienti che ama inserire nei suoi piatti.

L’habitat ideale di Stefano è proprio la cucina, quella cucina sfondo – e co-protagonista – delle video ricette su YouTube, dove si è affermato in poco tempo, e quella cucina che lo ha portato a sbarcare in tv nel 2018 con programmi dedicati.

Conosciamo, quindi, i tuoi progetti dedicati alla cucina, Stefano:
– come descrivi Beyond South Tyrol?
– come, invece, Selfie Food?
Beyond South Tyrol non esiste più nella sua denominazione originale. Ma è rimasta la mission di raccontare l’Alto Adige da un nuovo punto di vista e scoprire cosa c’è oltre ai soliti cliché legati a questo territorio.

Selfie Food è stato un bellissimo inizio per me in televisione. Un’esperienza nuova che mi ha insegnato tanto. Un programma in cui ho ricreato i piatti più golosi del web. Al momento invece mi sto dedicando ad un format dedicato alle tradizioni dell’Alto Adige rivisitate da dei giovani studenti della scuola alberghiera di Merano. Un progetto educativo a 360°.

Da dove trova origine la tua passione per la cucina?
È sempre stata in me fin da piccolino. Ho iniziato con mia mamma quando avevo 7 anni e l’ho coltivata sempre amatorialmente.

Oggi tanti sono i programmi di cucina e tante le persone che si dicono esperte di food & wine. Cosa ne pensi di questo trend? Quali i pro e i contro di questa cucina-mania?
Di sicuro ha fatto rifiorire la consapevolezza nei confronti di prodotti enogastronomici di qualità facendone apprezzare anche la grande varietà territoriale. Non vedo grandi contro in questo trend.

Sei molto presente nei social, YouTube e Instagram, anzitutto. Che consiglio ti senti di dare per usarli al meglio, soprattutto per uno scopo professionale?
Essere professionali fin dall’inizio e cercare di migliorarsi qualitativamente di volta in volta.

Quanto c’è di “Alto Adige”, luogo in cui sei nato, in te e nel tuo cibo?
C’è molto Alto Adige in me. Il legame con la mia “Heimat” (termine tedesco con il quale si identifica il proprio posto di origine ai quali si è particolarmente legati) è molto forte. Nelle mie ricette uso molto spesso i prodotti del mio territorio.

Completa:
– Non puoi assolutamente rinunciare a un piatto di: Spätzle con panna e prosciutto accompagnato da del succo di sambuco.
– Un fallimento in cucina: il pandoro. Avevo 16 anni.
– Il tuo ingrediente del cuore: Speck dell’Alto Adige.
– Il tuo piatto preferito cucinato da mamma: Spätzle con panna e prosciutto.
– Il piatto migliore che tu abbia mai preparato? I biscotti di Natale.

Nel tuo curriculum anche periodi passati a Londra e Parigi. Dove emergono gli insegnamenti che hai appreso in queste città? Nel tuo carattere? Nei tuoi piatti?
Mi hanno cambiato letteralmente. Mi hanno aiutato a capire qual era la mia vera strada nella vita. Mi hanno insegnato ad affrontare la vita autonomamente e mi hanno aperto gli orizzonti in cucina. Nuovi sapori, nuove combinazioni, osare di più.

Spuntino di mezzanotte. Cosa prepari?
Toast al formaggio.

Come ti organizzi per la spesa? Stendi una lista e ti attieni a questa o vai alla rinfusa tra gli scaffali?
Adoro fare la spesa. Ogni volta che termino un ingrediente essenziale lo segno subito sulla lista della spesa. Poi mi lascio ispirare da quello che vedo fra gli scaffali.

Quando cucini a chi / cosa pensi? Che sottofondo sonoro ti accompagna? Lo “sfriccichío”” del soffritto o una canzone rock?
Spesso cucino per qualcuno quindi ci metto sempre molta passione. La musica mi accompagna in cucina in alcune occasioni. Spesso è musica classica o rilassante. Mai musica rock o troppo “caotica”.

Quale dei tuoi 5 sensi è più sviluppato (o sei riuscito a sviluppare maggiormente) per il tuo lavoro?
L’olfatto e l’udito.

La tua presenza fisica è evidente. Qual è il commento più buffo che ti hanno fatto sulla tua bellezza?
I commenti sul mio aspetto mi mettono sempre un po’ in imbarazzo.

Stefano Cavada mezzobusto

L’“ingrediente” speciale (e non alimentare) della tua vita?
Seguire il mio istinto.

Il cibo del futuro?
Chissà se inizieremo a mangiare crocchette anche noi.

Dove sarà e chi sarà Stefano tra 10, 20 e 30 anni?
Fra 10 anni vorrei avere un mio spazio in Alto Adige circondato dal verde, con orto e animali da giardino.
Fra 20 forse mi piacerebbe avere un posto di ritrovo (non lo definirei un ristorante) in cui si possa mangiare della cucina molto interessante ma senza grandi pretese.
Fra 30 anni preferisco ancora non immaginarmi. Ha ha!

Mentre rispondi a queste domande, cosa stai sgranocchiando?
Ho appena fatto una colazione abbondante.

Un’ultima curiosità: quando vai al ristorante e ti viene servita una portata particolarmente curata o quando realizzi tu un bell’impiattamento, fotografi il tuo piatto prima di mangiare?
Sempre!

Un consiglio ai nostri lettori: nel frigo non devono mai mancare…
I limoni. Un’ingrediente che a casa mia non manca mai. 😉

 

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