Progetto Quid

Anna Fiscale

La moda può parlare di sostenibilità ed elogiare la fragilità? Risposta affermativa con Progetto Quid.

Progetto Quid è un marchio di moda che recupera i migliori tessuti in eccedenza e ne fa capi di qualità per mano di donne con un passato di fragilità.
Progetto Quid è reinserimento lavorativo, è partecipazione attiva alla bellezza, alla creatività e all’etica.
Ne parliamo con Giulia Houston, responsabile delle relazioni istituzionali.

Giulia, intanto chi si nasconde dietro Quid?
Nel Progetto Quid sono coinvolte 111 persone. La fondatrice è la giovane Anna Fiscale (nella foto in copertina), che nel 2013 ha concretizzato il suo sogno lavorativo, quello di creare un progetto significativo in ambito sociale dopo aver concluso un percorso di studi in economia e management delle relazioni internazionali e 3 tirocini in giro per il mondo in progetti di empowerment femminile e microcredito. Assieme a lei, c’è il cofondatore Ludovico Mantoan, in passato dottore commercialista al servizio di cooperative e associazioni di volontariato e oggi anche amministraotre delegato di Quid.

Ludovico Mantoan e Anna Fiscale

Quid, dal latino, qualche cosa. A quale cosa stiamo facendo riferimento nello specifico?
Ai diversi valori che stanno dietro alla nostra realtà, simboleggiati dalla molletta. Ci riferiamo all’espressione “quel quid in più”, perché con l’unione di questi valori vogliamo dare “quel quid in più”.

Moda e fragilità. Connubio evidentemente possibile. Come si sposano questi due ambiti in apparenza così distanti?

Tramite l’impiego di persone con trascorsi di fragilità all’interno della produzione di abbigliamento, queste accedono al mercato del lavoro in un contesto che vuole comunicare il bello. La fragilità diventa il punto di partenza per dimostrare la propria forza. Superare determinate esperienze permette alle persone di sviluppare potenti risorse che trovano nella creatività massimo compimento.

cooperativa sociale

Quali sono queste fragilità? E come ci arrivate?

Siamo all’interno di una rete di enti che supportano le persone fragili e mettiamo a disposizione i nostri reparti di lavoro. Le persone che arrivano da noi appartengono alle categorie svantaggiate ai sensi di legge, hanno trascorsi di tossicodipendenza e alcolismo, invalidità fisica e psichica, sono detenute ed ex detenute, sono persone con background sociali di particolare difficoltà e prive di supporto a livello statale. Ci sono anche donne vittime di violenza fisica e psicologica, vittime di tratta per la prostituzione, ma anche migranti e richiedenti asilo.

Moda è femminilità. Come riuscite a far riconquistare la fiducia nella femminilità alle donne con un passato di violenze e violazioni?
La moda valorizza la figura femminile. Ma la vera forza sta nel contatto con altre persone che hanno trascorsi di fragilità. Questo scambio tra pari permette loro di rielaborare il vissuto e bilanciare le difficoltà con una nuova vita. C’è un supporto reciproco che si crea spesso in maniera informale.

cooperativa quid

Non solo moda e fragilità. Voi fate esistere anche un altro “ossimoro”: moda e sostenibilità ambientale. Come avviene questo?
Solitamente Progetto Quid reperisce i materiali con cui vengono create le collezioni nei magazzini delle aziende sia tessili che del mondo dell’abbigliamento andando ad attingere nei materiali in eccedenza e rimanenza. Non sono scarti di produzione, ma prodotti in surplus. In alcuni casi Quid riceve in donazione le stoffe, in altri casi le acquista a prezzi di stock. L’intenzione di Quid è quella di minimizzare l’ammontare di tessuto che immette nel sistema andando a recuperare quanto già esiste.

Per le collezioni a cosa vi ispirate?
Essendo la nostra modalità di reperimento dei tessuti un po’ particolare, parte dell’ispirazione arriva dal materiale che abbiamo a disposizione. Oltre a questo, per ogni collezione si stabilisce un tema collegato alla nostra missione (es. Wonder Women, con riferimento alle donne che hanno segnato la storia).

I vostri prodotti raccontano la storia di chi c’è dietro?
La raccontano, nel senso lato del termine. Non approfondiamo la vita delle persone, ma diamo, per esempio, i nomi delle nostre donne alle collezioni e, se guardiamo all’attuale collezione Wonder Women, raccontiamo la storia di donne che, nonostante le difficoltà, ce l’hanno fatta, come le nostre.

wonder women

Che stile vi contraddistingue?
Moda etica per donne che hanno un occhio per l’estetica e una sensibilità per il valore sociale.

Nel vostro CV figura una collaborazione con Vivienne Westwood. Puoi raccontarci un aneddoto di questa impressionante relazione?
Lei è per noi una grandissima fonte d’ispirazione. Non abbiamo avuto l’occasione di conoscerla direttamente, ma abbiamo visitato i suoi uffici di Milano. Le colleghe lì impiegate ci hanno raccontato di lei e del suo approccio lavorativo: la sua è una vita dedicata alla sostenibilità. Non prende aerei, perché inquinano, per questo non va nell’ufficio di Milano da un sacco di tempo. Con lei abbiamo creato fascette per capelli con la seta in avanzo. In questo caso possiamo parlare di upcycling (= riuso creativo).

Come si evolverà il progetto Quid?
Intanto è già bello ricco così, ma i progetti in cantiere sono tanti. Abbiamo la volontà di offrire un supporto più ampio alle persone che lavorano qui, andando oltre l’inserimento lavorativo. Poi vorremmo crescere per dare opportunità a più persone.

vestiti

Completa:

– la collezione più apprezzata: quella attuale, Wonder Women;
– il pezzo forte: la camicia con le mongolfiere. C’è leggerezza e giocosità, ma al contempo eleganza, come è il nostro Progetto;
– la collaborazione che vorreste instaurare? La speranza di proseguire con Vivienne Westwood;
– la fashion week a cui vorreste partecipare? Quando finalmente ci sarà per davvero, vorremmo partecipare alla ethical fashion week;
– il tessuto su cui vorreste sperimentare? Ci piacerebbe recuperare tessuti sempre più pregiati (es. seta). Poi aspiriamo di progettare prodotti che si possano creare con materiali riciclati.;
– possibilità di evoluzione? Già ora una fetta grande della nostra attività produttiva è il co-branding, Progetto Quid for (Altromercato, Intimissimi, Vivienne Westwood, Natura Sì, Tezenis, Calzedonia…) con accessori diversi.

mongolfiere

Il commento più toccante che vi è stato rivolto da una di queste donne “salvate”?

Diamo un po’ di numeri:

- fatturato annuo: per il 2018 sono previsti 2 milioni e 800 mila euro. Il 2017 lo abbiamo chiuso con 1 milione e 900 mila euro. Nel 2016 abbiamo raggiunto il pareggio di bilancio;
– store: 6 a marchio Progetto Quid, un centinaio multimarchio con angolo Progetto Quid, e l’ecommerce.;
– collezioni realizzate ad oggi: dal 2013 una decina.

Alla fine di tutto, che messaggio trasmettete?

Il messaggio che Quid vuole dare è che la fragilità è un punto di forza, non una debolezza.

Progetto Quid nei social
https://www.facebook.com/ProgettoQuid/
https://www.instagram.com/progettoquid/
twitter.com/progettoquid
https://www.youtube.com/user/progettoquid

 

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