Micheluzzi Glass

Micheluzzi Glass

Un fine settimana autunnale a Venezia. Perdersi tra le calle e i riflessi di quella luce ottobrina così magica. Puntare la sveglia alle 6 per godersi l’alba in piazza San Marco, nel silenzio più assoluto interrotto solo dal garrito dei gabbiani, correre ad accaparrarsi un croissant appena sfornato in uno dei bar vista Canal Grande e girare, girare ininterrottamente tra campi e ponti, fino a scovare un luogo incantato, fatto di colore e “preziosa fragilità”, Micheluzzi Glass.

Micheluzzi Glass è una collezione di prodotti in vetro fatti a mano disegnata da Elena e Margherita Micheluzzi, figlie di Massimo, artista veneziano di punta nel mondo del vetro contemporaneo.

Ho la fortuna di entrare e conoscere Margherita che, con la sorella, è cresciuta “all’ombra” del vetro e dall’arte, respirando l’atmosfera delle fornaci di Murano.

Margherita

È dal 2019 che le sorelle portano avanti la tradizione familiare della lavorazione del vetro con lo sviluppo di una nuova linea
focalizzata su oggetti per la casa in vetro dallo stile moderno unico. Sì modernità, ma il loro approccio al lavoro rimane strettamente legato alla storia e al patrimonio veneziano.

Micheluzzi

Conosciamole meglio.

Margherita, Elena, avete avuto un “passato” prima di Micheluzzi Glass?
Elena: Ho intrapreso studi classici alla facoltà di filosofia a Venezia. La prima esperienza all’estero l’ho fatta a Parigi, dove ho vissuto due anni, studiando alla Sorbonne e avvicinandomi al mondo dell’arte. Subito dopo ho vissuto quattro anni a Milano e otto a Londra, dove ho lavorato in gallerie d’arte contemporanea. Sono appassionata di arte e fotografia. Sono mamma di due bambini (uno di quasi 4 anni e uno di 4 mesi). Tra le due, sono la riflessiva e perfezionista.

Margherita: Il mio percorso di studio e professionale è stato nella moda, iniziato con il corso di moda e comunicazione allo IED Milano, continuato poi nel lavoro: quattro anni da YOOX a Milano come responsabile del visual merchandising. Poi ho continuato con altre esperienze a Londra, sempre nella moda e nell’e-commerce, per il sito Farfetch e poi per un marchio di vintage di lusso, William Vintage. Prima di Micheluzzi Glass ho avuto un ultimo capitolo lavorativo a Londra come e-commerce manager per Cabana, magazine e sito dedicato all’homeware. A livello caratteriale io e mia sorella siamo davvero complementari: io, tra le due, sono la più impulsiva e proattiva. Anche a livello professionale le nostre competenze si completano: Elena sa come gestire il lavoro artistico, l’archivio, l’esposizione. Io mi occupo, tra le tante cose, del marketing e dell’espansione della nostra attività online. Per quanto riguarda la progettazione e produzione lavoriamo, impariamo e sperimentiamo insieme.

Venezia

Non è stato, quindi, così automatico “prendere in mano” l’attività artigianale di vostro padre Massimo.
Nostro padre è il ‘capo della squadra’, per cui non ci sentiamo di aver preso in mano la sua attività, ma piuttosto di esserci unite a lui. Con l’esperienza e il grande talento è lui a guidarci e consigliarci, pur lasciandoci libere di scoprire, sperimentare. L’aspetto artigianale del lavoro è sicuramente quello più affascinante e ‘nuovo’ per noi.

Lavorare a Murano, assistere alla magia della creazione del vetro… è ogni volta un’avventura.

Ed è proprio frequentando la fornace con nostro padre che si formata in noi una sensibilità particolare per questo incredibile materiale e, di conseguenza, la curiosità di conoscerne più a fondo le tecniche e la lavorazione. Così, man mano, abbiamo sentito il desiderio di sperimentare in prima persona, di creare qualcosa di nostro, ed è nata Micheluzzi Glass. È tutto cominciato in modo molto naturale: prima come un gioco, poi abbiamo deciso di cambiare radicalmente le nostre vite per dedicarci a questo progetto. Infatti prima di lavorare nel vetro abbiamo entrambe vissuto a Londra per alcuni anni, esperienza fondamentale sia a livello personale che professionale che ci ha arricchito molto.

glass

Cosa significa “lavorare in famiglia”?
È sempre stata un’attività di famiglia. Sin dall’inizio della sua carriera nostro padre ha lavorato con nostra madre al suo fianco. E noi, già da piccole, siamo state a stretto contatto con questo lavoro, essendo il nostro negozio al piano terra del palazzo veneziano dove abitiamo. Il locale è sempre stato un luogo di ritrovo per la famiglia. Come si dice: casa e bottega. E da quando lavoriamo tutti insieme, nel lavoro si replicano le dinamiche e gli equilibri familiari che viviamo anche a casa. Per noi il lavoro è una naturale estensione dell’ambiente domestico.

Casa e bottega… a Venezia. Cosa amate di questa città e cosa, invece, cambiereste?
Il legame con Venezia è sempre rimasto intatto, anzi forse si è proprio rafforzato con la distanza. Adesso che siamo tornate siamo in piena armonia con questo luogo, ci sembra di non essercene mai andate.

Venezia

Non solo abbiamo la fortuna di vivere in questo speciale angolo di mondo, ma anche di lavorare a Murano, la patria del vetro, e di poter vedere i migliori artigiani all’opera. Entrare in contatto con questa realtà ferma nel tempo – che tramanda da secoli i segreti dell’arte del vetro – è un’esperienza veramente straordinaria. Venezia ci offre anche la possibilità di dare una visibilità unica al nostro lavoro grazie al suo pubblico internazionale. È proprio il radicamento delle tradizioni nel territorio e allo stesso tempo la sua capacità di proiettarci nel mondo che rende Venezia così unica. Condividere questa bellezza con milioni di turisti tuttavia non è sempre facile. Ma, soprattutto, è una città molto delicata che va rispettata, protetta e salvaguardata, e sia residenti che turisti ne devono essere sempre consapevoli e responsabili. Di Venezia non si può cambiare nulla, sono le persone che a Venezia si devono adattare a lei per apprezzarla veramente, adattarsi a suoi ritmi, ai suoi spazi, alle sue dinamiche.

Venice

Parlate di fornaci e di artigiani. Cosa fate concretamente nella vostra attività artigianale?
Lavoriamo con gli artigiani del vetro di Murano, le ‘mani’ che realizzano i nostri pezzi sono le loro.
Ciononostante seguiamo ogni fase della realizzazione: partiamo da un progetto, l’idea di una forma o di un particolare effetto che vogliamo ricreare, e ne parliamo con il maestro e con gli artigiani. Il progetto a volte può essere rivisto in corso d’opera lasciando spazio a improvvisazioni, prove, sperimentazioni che nascono sempre da un costante dialogo con il maestro e gli artigiani della fornace.

Pur con un progetto di partenza in mente, il risultato finale ha sempre un elemento di sorpresa che rende unico ogni singolo pezzo. Anche questo aspetto per noi fa parte della magia del vetro.

bicchiere

Dall’idea al prodotto. Ci descrivete, punto per punto, la creazione di un bicchiere?
I nostri bicchieri vengono realizzati secondo la tradizionale tecnica muranese, soffiati e ‘aperti’ a mano. Questo, in sintesi, è il processo: il vetro allo stato fuso viene raccolto dal crogiolo con una canna, la stessa nella quale il maestro soffiando modella la massa vetrosa dandole forma. A questa si attaccherà poi un’altra canna di vetro detta “puntello” con la quale si separa l’oggetto in fase di creazione dalla canna usata per la soffiatura. Si riscalda dunque l’oggetto appena staccato e, con uno strumento chiamato “borselle”, le pinze in ferro utilizzate per la modellazione, si va ad aprire la massa sferica soffiata e si definisce meglio la “bocca” del bicchiere. Una volta staccato il puntello dal fondo, quello che rimane è proprio il bicchiere.
Nello specifico, la particolarità dei nostri bicchieri Mosso è che, oltre ad aprire la bocca del bicchiere come abbiamo spiegato, questo viene anche sfiorato leggermente sui lati in modo da deformarne lievemente il bordo che così risulta irregolare e diverso in ogni bicchiere. Per questo li chiamiamo Mosso.

mosso

Tutte le vostre creazioni hanno un tratto distintivo: la texture, data dalle diverse tecniche impiegate. Ce le potete presentare?
Ogni pezzo della nostra collezione è unico, diverso per colore, forma, dimensione e finitura: le possibilità sono infinite! Tutti sono caratterizzati da superfici intagliate o iridescenti che ne esaltano i colori e la consistenza, producendo particolari riverberi di luce.

luce


Questi effetti sono il risultato di diverse lavorazioni che man mano stiamo scoprendo. Alcune avvengono nella fase calda a contatto con il fuoco proprio mentre il vetro allo stato incandescente viene soffiato e modellato. Queste lavorazioni si ottengono principalmente attraverso particolari interventi o applicazioni sul vetro.
Altre tecniche definiscono l’aspetto finale dell’oggetto in una fase successiva, a freddo, quando ormai il vetro ha assunto la sua forma, ci è raffreddato e solidificato. In questa fase la superficie del vetro viene scolpita a mano, grazie a una mola, così da realizzare incisioni che ne trasformano completamente l’aspetto e la consistenza.

Che stile emerge, quindi, da Micheluzzi glass? Quale tocco apportate voi, giovani donne?
Il nostro stile vuole essere moderno, freso, spigliato. Ci piacciono i colori, le texture, giocare con la luce. Sicuramente c’è un tocco femminile nei nostri oggetti e in come li presentiamo.

negozio

Una fonte di ispirazione del nostro lavoro è l’esperienza personale con il vetro. Essendo cresciute in una casa sempre piena di oggetti in vetro, per noi è naturale utilizzarli in qualche modo, che sia come vasi da fiori, porta oggetti, porta candele, centrotavola.

E così abbiamo voluto ricreare questo approccio con i nostri vasi che sono, quindi, pensati per essere ‘vissuti’, non solo come oggetti decorativi ma, per quanto preziosi, anche funzionali.

Le nostre creazioni sono anche concepite per essere abbinate formando dei gruppi. La varietà di forme, colori e lavorazioni permette di accostarli in tanti modi diversi mettendo in evidenza tanto l’unicità di ogni singolo pezzo quanto la continuità e l’evoluzione del nostro progetto.

accostamenti

Tradizione e contemporaneità. Come emergono entrambi questi caratteri nelle vostre collezioni?
Il nostro approccio e la nostra estetica sono molto personali e contemporanei, ma il processo creativo rimane fedele alle tecniche della tradizione. Ci piace mescolare stili e riferimenti storici sempre, però, con un tocco di creatività. Tradizione e contemporaneità sono due elementi essenziali del nostro lavoro, il trucco sta nel saperli dosare nel modo giusto… ci proviamo!

Completate:
quanta “Venezia” c’è nei vostri prodotti?

Tanta, almeno noi la rivediamo sempre nei nostri vasi. Il nostro lavoro è strettamente legato a Venezia, radicato nella sua storia e soprattutto sempre ispirato dalla sua bellezza, dalle sue meraviglie artistiche, tanto quanto dal suo ambiente lagunare. Ci ispiriamo alle atmosfere in cui viviamo e in cui siamo cresciute: la laguna, i colori dei suoi tramonti, i riverberi della luce sull’acqua. I nostri vetri richiamando proprio questi ambienti.

Venezia

Elena, qual è l’attività che più ami fare?
Io e mia sorella condividiamo molti aspetti del lavoro di ideazione, progettazione, ma nel pratico io sono la fotografa ed editor del team. Mi appassiona raccontare i nostri vasi, il nostro stile, le nostre idee, la nostra storia.

Margherita, la tua?
Io sono più attiva nell’organizzazione della produzione e della logistica. Sono io che seguo poi il nostro sito, avendo esperienza nell’online. Mi dà molta soddisfazione mettere a frutto queste competenze acquisite nelle mie esperienze lavorative passate.

Elena, qual è il tuo prodotto – ad oggi – preferito?
Non ne ho uno preferito, sono legata a tutti i nostri prodotti. Di solito sono io a dare i nomi alle nostre creazioni e, una volta che trovo il nome adatto, ogni oggetto o linea di oggetti per me prende un significato particolare, come se si completasse.

Margherita, il tuo?
Il mio preferito rimane il nostro primo bicchiere, il Mosso. È stata una mia idea, il mio primo progetto nel vetro.

mosso 2

Quale il più difficile?
Il nostro vaso Sacco che viene modellato dal calore. È il calore infatti a dare all’oggetto, facendolo collassare su se stesso, una forma leggermente contorta, che risulta in un aspetto organico e fluido. La bravura del Maestro che lo realizza sta nel riscaldare il vaso al punto giusto!

sacco

Quali colori amate?
Tutti, ma soprattutto quelli caldi, il bronzo e l’ambra.

colori caldi

(Per sorridere – o forse no…) Vi è mai caduto un vaso o un bicchiere? Cosa avete pensato in quel momento?
Sì, abbiamo rotto un vaso una volta. Fotografando tutti gli oggetti in esterno, sulle rive dei canali, li dobbiamo spesso movimentare. Nella fretta abbiamo sbattuto il vaso sullo stipite della porta entrando in negozio. Si è crepata la parte alta del vaso, ma niente paura, l’abbiamo tagliato e modificato ed è diventata una coppa! Non sempre è possibile, ma l’importante è avere un approccio creativo!

Chi si rivolge a voi, soprattutto?
Chiunque abbia una sensibilità per il vetro o che abbia voglia di scoprirlo.

Ci svelate qualche “segreto” sul mondo della lavorazione del vetro?
Uno degli aspetti più affascinanti e meno conosciuti del vetro è la preparazione dei colori. L’immaginario più comune, pensando alla lavorazione del vetro di Murano, è quello del vetro soffiato e modellato allo stato fuso.
Ma prima di fondersi nei forni (crogioli) il vetro è sabbia, un misto di sabbia silicea e soda che, combinata con diversi minerali in diverse quantità, risulta in un’infinita gamma di colorazioni diverse. Questi elementi devono essere pesati e mescolati correttamente per ottenere i colori. È una procedura complessa che avviene all’origine del processo di creazione del vetro.

vetro

Che futuro ha la lavorazione del vetro, a parer vostro?
La tradizione millenaria dell’arte vetraria, l’esperienza e l’abilità dei maestri vetrai muranesi sono un tesoro prezioso che va preservato e trasmesso alle nuove generazioni.

Per questo pensiamo che sia importante che questa, come tante altre realtà artigiane, vengano comunicate e rinnovate con un linguaggio contemporaneo, che sia capace di stare al passo con i tempi, di stimolare e coinvolgere i giovani a portare avanti queste attività.

Per noi la sfida più grande è proprio portare avanti la tradizione, tramandare questi saperi, mantenerli vivi, rinnovandoli con energie giovani e nuove idee, ma senza mai perdere di vista la loro origine e la loro essenza. Entrando nel mondo del vetro, e man mano inserendoci nell’ambiente creativo veneziano, ci siamo rese conto di quante iniziative e realtà, anche giovani, gravitano attorno al vetro.
Ci auguriamo che sempre più giovani riscoprano il valore dell’artigianato, che sia intraprendendo il mestiere, che sia esplorando nuove modalità di collaborazione con gli artigiani, aprendosi a nuovi canali e strumenti per comunicarlo e promuoverlo. Se continuerà a rinnovarsi l’interesse per il vetro di Murano, si continuerà a dare linfa vitale alla produzione e al lavoro degli artigiani muranesi.

murano

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