Li-Jen Shih

Li-Jen Shih

In un giorno di fine estate ho fatto la turista nei miei luoghi. Scarpe e vestiti leggeri, macchina fotografica alla mano, direzione: Bassano del Grappa.

Una cittadina storica con tanto da raccontare. Percorrere le sue vie significa attraversare il Ponte degli Alpini, sorseggiare un mezzo e mezzo alla storica Grapperia Nardini, concedersi un caffè in piazza Garibaldi da Danieli, perdere la misura del tempo alla Libreria Palazzo Roberti e accorgersi, appena superato il cancello di Palazzo Sturm, che sul belvedere che si affaccia sul fiume Brenta si staglia imponente King Kong Rhino, l’omaggio contemporaneo di Li-Jen Shih al rinoceronte di Albrecht Dürer. Lo fotografo, lo posto su Instagram e poco dopo mi arriva il like dall’artista. Poco dopo ancora inizia una fitta conversazione tra noi che termina con un “Posso intervistarti?”. Detto fatto.

Così scopro che Li-Jen Shih è un artista nato a Changhua County, Taiwan, nel 1955, che oggi si divide tra Pechino e Taiwan, e che è internazionalmente noto per le sculture di rinoceronti personificati e geometrici.

Perché il rinoceronte? Cosa rappresenta per te questo animale? E che significato vuoi trasmettere attraverso di esso?

Attraverso le sculture io esprimo i miei sentimenti, i miei pensieri. Ho realizzato cani taiwanesi, cavalli, leopardi, anche alcuni ritratti, corpi umani, ma ho trovato la mia personale direzione nella serie di rinoceronti, e desidero continuare su questo tema.

Per me, il rinoceronte – bestia divina nella cultura asiatica – non è solo un animale, ma un segno distintivo della mia arte.

Attraverso il mio lavoro desidero sempre ricordare il connubio uomo / natura, evidenziare l’armonia tra i due, sollecitare un ripensamento del nostro rapporto con gli animali e l’ambiente, e trasmettere amore ed energia positiva. Personalizzo il rinoceronte con l’idea che anche questa specie possa evolversi in una nuova civiltà e incorporare lo spirito della rivoluzione.

Il King Kong Rhino, dotato di armature, accompagnato da rivetti moderni e Vajra emana un forte senso di perseveranza e si differenzia dalle sculture tradizionali. Il corno verso il cielo non solo simboleggia la rincorsa all’energia positiva, ma richiama anche – con l’inserimento delle impronte digitali (prettamente umane) – il rispetto di tutte le specie sulla terra.
Il mio lavoro si avvicina alla natura, all’amore per la vita, e si combina con l’essenza della civiltà cinese e la cultura artistica occidentale.

A proposito di arte orientale e arte occidentale. Quali sono i punti in comune e quali le differenze, dal tuo punto di vista?

Ogni società ha la propria cultura, la propria storia, la propria tradizione. L’arte cinese opera in modo molto diverso da quella europea. Mentre gli artisti occidentali dal Rinascimento iniziano a rappresentare il mondo con una prospettiva centrale e si concentrano sugli oggetti salienti in una scena, gli artisti cinesi si focalizzano sulle informazioni di contesto.

Allora come dialogano oriente e occidente nella tua arte?

Il mio lavoro unisce l’essenza della civiltà cinese con la cultura occidentale. Nascondo molti simboli e messaggi culturali nelle mie creazioni. “Dire di meno per dire di più” è la filosofia cinese per eccellenza. Ma la geometria delle mie sculture, la meccanizzazione della forma animale attraverso l’acciaio inossidabile: questi sono elementi prettamente occidentali.

King Kong Rhino Waiting for Albrecht Dürer-03

Da chi e da cosa ti ispiri?

Non guardo solo alla forma o alla materia utilizzata, ma anche allo spirito interiore dell’umanità e ai caratteri che la definiscono. Ad esempio, guardando King Kong Rhino, il corno rappresenta un campanile di una chiesa gotica, un elemento decorativo sul collo è una piramide Maya, gli occhi sporgenti, la forma della bocca e del naso rappresentano quelli che troviamo nelle divinità del sito archeologico di Sanxingdui, a Sichuan, risalenti a 3500 anni fa. Sul retro si intravede il profilo del kilin – un leggendario animale mitologico cinese – e la coda ha la forma della lama del pugnale rituale tibetano, il phurba o kīla.

La mia arte racconta il percorso storico della civiltà umana che mi dà molte ispirazioni.

E poi c’è un legame prezioso con l’Italia. Come è arrivata la tua arte qui e cosa ami del nostro Paese?

Nei primi anni della mia carriera, mi sono spesso recato in Europa e ho sempre sentito parlare della ricca storia, dei costumi e delle tradizioni dell’Italia. Ma il rapporto con il Bel Paese l’ho consolidato nel biennio 2017-2019, quando ho esposto i miei lavori a Venezia e a Bassano del Grappa.

Venice biennale-01

L’esperienza di quelle mostre mi ha permesso di conoscere la storia, la cultura, l’arte e l’estetica italiane. In particolare, ho scoperto che gli italiani sono culturalmente molto amichevoli, aperti e appassionati, caratteri che mi ricordano la mia città natale, Taiwan.

La mia opera “King Kong Rhino” è ora esposta a Palazzo Sturm di Bassano del Grappa. In questa città c’è un ponte in legno costruito nel 1569 e distrutto molte volte. Credo che simboleggi perfettamente il carattere italiano, il coraggio, la forza d’animo, e anche il rinoceronte non è da meno, in questo.

La gastronomia e lo stile di vita italiani, poi, sono estremamente attraenti. La grappa, i vini hanno un sapore unico e raccontano storie. Mi piacciono questi elementi profondamente storici e significativi della cultura italiana.

King Kong Rhino nei social:
https://www.instagram.com/kingkongrhino/
https://www.artsy.net/artist/shih-li-jen/works-for-sale

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