Chiara Rubinato

Chiara Rubinato

Una donna “a tutta birra”. Basterebbe questo per “inquadrare” Chiara Rubinato, professione: beer sommelier (#rubybeerlover). La incontriamo in occasione di una degustazione intrigante, tutta al femminile, tra donne malghesi produttrici di formaggio Asiago DOP e birraie, all’evento autunnale Made in Malga, ad Asiago. Un temperamento “frizzante” (non poteva essere altrimenti) e vivace. Chiara ha 53 anni , ama definirsi una donna appassionata e curiosa, tanto da sentire spesso la necessità di esplorare luoghi, conoscere persone e fare nuove esperienze.

È moglie e madre di 4 figli, mamma “di cuore” dei primi tre, e “di pancia” dell’ultimo. Dopo la laurea, è diventata una consulente finanziaria, un lavoro che ha svolto con tanta passione per oltre 15 anni ma che, con la nascita del quarto figlio, è stato difficile portare avanti. “Non erano previsti periodi di aspettativa, maternità, allattamento né tantomeno sostituzioni temporanee, in questo settore. Forse era pensato tutto al maschile?”.

Così, dopo un po’ di anni (e dopo aver soffiato 50 candeline sulla torta) hai fatto un “triplo salto carpiato”: da consulente finanziaria ti “sei trasformata” in beer sommelier. Raccontaci tutto!
Dopo anni di lontananza forzata dal lavoro e giornate scandite da poppate, cambio pannolini, compiti per casa, interminabili tragitti in auto per portare i ragazzi nelle varie palestre di judo, danza, calcio, un fortunato giorno ricevo un invito a partecipare alla presentazione di una serie di corsi di formazione professionale all’Accademia delle Professioni di Noventa Padovana. Tra i tanti corsi in esame c’era anche quello di BEER SOMMELIER, termine per me assolutamente nuovo e sconosciuto.
È stato un colpo di fulmine! Si è aperto ai miei occhi un orizzonte sconfinato tutto da esplorare. A colpirmi non è stato tanto il parlar di birra, di cui peraltro non sapevo un granché, quanto scoprire la magia dell’interazione tra birra e cibo! Ho, così, preso la decisione di impegnarmi in un percorso di 600 ore tra aula e stage che sarebbe durato circa un anno, per arrivare al diploma.

beer

La birra. Bevanda “spirituale” per eccellenza (non è un caso siano diversi i monasteri che la producono). Cosa ti affascina di questo mondo “luppolato”?
Mi affascina la storia della birra che si lega a quella dell’umanità (già dalla preistoria e nelle antiche civiltà) fino a giungere ai nostri giorni. Presente come bevanda essenziale tanto per il popolo quanto per i re, gli imperatori, le zarine e i faraoni. Mi affascina il fatto che sia una ricetta e, come accade in cucina, si presta ad essere rivisitata, contaminata e ricreata ogni giorno in base agli ingredienti disponibili che ci fanno scoprire l’immensa biodiversità del nostro Paese. Pensate a quante birre vengono aromatizzate con spezie, erbe e frutti capaci di raccontare tanto del territorio in cui nascono.

Il ruolo del beer sommelier sta trovando un riconoscimento e un impiego solo da pochissimi anni, ed è una figura molto lontana dal suo omologo nel mondo del vino. Siamo all’anno zero, cominciamo a fare adesso un po’ di divulgazione, comunicazione e cultura in fatto di birra.

Cosa fa effettivamente un/una beer sommelier?
Io vengo chiamata spesso per condurre delle degustazioni con lo scopo di far conoscere un birrificio, un locale, oppure una nuova birra. Organizzo piccoli corsi di degustazione per avvicinare correttamente le persone a questo meraviglioso e caleidoscopico mondo di aromi e sapori.
Sono docente di “analisi sensoriale e degustazione” proprio all’Accademia delle professioni dove mi sono diplomata, una bellissima esperienza che mi conferma qualcosa che io stessa ho sperimentato su di me: in Italia si beve birra senza consapevolezza! Sembra, poi, che il mio destino sia lavorare in ambienti prettamente maschili, perché il mondo della birra è molto maschile… Se sulla tastiera dello smartphone provate a scrivere “ birraia” viene corretto in “birrario”… ho detto tutto!

Birra, però, è un sostantivo femminile…
La birra è donna, in tutti i sensi! Le donne hanno fatto la birra nelle proprie case per secoli, ne hanno fatto la bevanda per la famiglia in tempi in cui era più salubre bere la birra piuttosto che l’acqua, anche per i bambini. Il commercio – oggi diremmo il business – della birra è divenuto nel tempo appannaggio degli uomini e, anche ai giorni nostri, le donne impegnate nel processo produttivo, nell’amministrazione e nella comunicazione all’interno dei birrifici sono ancora un numero sensibilmente inferiore a quello degli uomini, ma probabilmente destinato a crescere.

Le donne sono attente bevitrici. Hanno una spiccata sensibilità agli odori e ai sapori (questo è ormai scientiificamente provato), sono curiose, amano degustare e provare sapori nuovi, e non spesso disdegnano birre complesse e ad alta gradazione alcolica, più propense ad emozionarsi che a bere in gran quantità.


Qual è il valore aggiunto che porti nella tua professione, in quanto donna?
Da donna penso che forse il valore aggiunto stia nel saper comunicare con eleganza e sensibilità un prodotto dalla meravigliosa anima pop, popular, e che è da sempre sinonimo di spontaneità e convivialità, ma che difficilmente troviamo al tavolo di un bel ristorante, o descritto a dovere in una carta delle birre.

rubinato

Giochiamo:
– una birra da “primo appuntamento” con la persona che ti fa battere forte forte il cuore: una Bock ambrata, intensa, dolce e riscaldante che facilmente si sposa bene in tavola;
– una birra da serata spensierata con gli amici di sempre: la Pils fresca, floreale, dal finale leggermente amaro, che mette d’accordo tutti;
– una birra da “mi premio dopo un’intensa giornata”: una fruit sour ale, birra acida alla frutta, capace di svuotare il cervello dai pensieri perché gli aromi sono tanto intensi e a volte inaspettati da richiedere la massima concentrazione;
– una birra da meditazione: il Barley Wine (vino d’orzo), birra dall’elevato grado alcolico e tante note fruttate e liquorose, meglio se maturata in botte di rum o whisky, da bere con calma, perché più si riscalda nel bicchiere, più ti regala emozioni. Aggiungiamo anche un sigaro e del cioccolato;
– l’abbinamento per te più affascinante tra birra e cibo: birra e formaggi sembrano essere stati creati per stare insieme, il miglior matrimonio di sempre;
– l’abbinamento più “estremo” tra birra e cibo: se per estremo si intende difficile… birra e pizza, qualcosa a cui siamo abituati ma di cui non capiamo quasi niente;
– l’abbinamento birra / cibo che non ci aspettiamo, ma che funziona alla grande: birra e dolci, non c’è vino che regga il confronto. So che è difficile crederlo, ma fidatevi!

Sfatiamo qualche credenza sulla birra…
Il mondo delle birre industriali ci ha abituato ad una bevuta di birra chiara, rigorosamente da bere ghiacciata (ad una temperatura inferiore ai 5°C le nostre papille gustative vengono anestetizzate e non sentiamo alcun sapore!), che spesso è un clone di se stessa declinato con diverse etichette, pubblicizzata attraverso messaggi che solo a parole rimandano al mondo dell’artigianalità… Ma attenzione! La birra artigianale, per essere tale, non deve subire processi di pastorizzazione e microflitrazione, pratiche necessarie invece per l’industria. Cito Lorenzo Dabove, massimo esperto e divulgatore in tema di birra artigianale in Italia, “LA BIRRA NON ESISTE, ESITONO LE BIRRE!”. Non dobbiamo generalizzare, ovvio. Come per il vino dobbiamo imparare a riconoscere che ogni birra ha un proprio stile e una personalità: va servita alla corretta temperatura, utilizzando un bicchiere capace di esaltare al massimo gli aromi e i sapori, ne dobbiamo conoscere la storia e la provenienza e, se abbinata al giusto piatto, una semplice bevuta si trasformerà in un’esperienza appagante per i nostri sensi!

Italia, terra di vigneti e di vini. Ma si sta risvegliano una certa attenzione sul mondo artigianale della birra?
In Italia il movimento artigianale ha compiuto proprio quest’anno il quarto di secolo, ma è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi 10 anni contando, ad oggi, oltre 1000 microproduttori. Purtroppo il consumo annuo procapite non è aumentato allo stesso modo, e solo il 4% circa dei bevitori di birra sceglie il prodotto artigianale. Ecco perché c’è un gran bisogno di far conoscere questi prodotti artigianali di elevata qualità, ma che ancora rimangono una scelta di nicchia. Un grande lavoro lo sta facendo il movimento Slow Food che pubblica ogni anno la Guida delle birre informando coloro che hanno la sensibilità di scegliere cibi genuini, sani, di stagione e territoriali… Tutti aggettivi che ben si addicono alle birre artigianali.

Oggi sei Ambasciatrice per il Veneto dell’associazione “Le Donne della Birra”. Cosa significa e qual è lo scopo di questa associazione?
L’associazione mi ha dato un importante incarico e io ho accolto con piacere l’invito a rappresentare la mia Regione. È una associazione culturale dedicata alle donne che lavorano nel mondo della birra artigianale e a tutte coloro che si dichiarano appassionate di birra. L’intento è quello di promuovere la cultura del buon bere attraverso corsi, degustazioni, eventi, e tutto ciò che possa mettere al centro le donne e la birra.

donne della birra

Il prossimo step nella tua sfera lavorativa quale sarà?
Posso chiamarlo sogno nel cassetto? Turismo brassicolo-gastronomico con diversi itinerari che possano accontentare gli amanti della natura, del rustico e anche per chi ama stare a 5 stelle… Un pò ambizioso forse, ma nei sogni si può fare!

Forse non si dovrebbe chiedere… ma hai una birra del cuore?
Russian Imperial Stout: nera, alcolica, con sentori di caffè e cioccolato la preferita dalla zarina Caterina II di Russia.

Con quale birra ci saluti?
Con l’unico stile che ad oggi il mondo ci riconosce tutto italiano: ITALIAN GRAPE ALE, birra ad alta fermentazione con aggiunta di uva, mosto cotto o mosto fresco. È l’espressione di ciò che sappiamo magistralmente lavorare, data la nostra cultura vitivinicola, ma è anche un modo per creare collaborazione tra viticoltori e birrai.

Chiara Rubinato nei social:
https://www.facebook.com/chiara.rubinato.10
https://www.instagram.com/rubybeerlover/

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